Oggigiorno la comunicazione ha un ruolo fondamentale nella nostra quotidianità, e soprattutto con l’avvento dei social, chiunque può liberamente esprimere il proprio parere avendo un immediato riscontro. Umberto Eco prima di morire lasciò una chicca che ritengo avere più di un fondamento valido: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Se scaviamo a fondo, senza ovviamente addentrarci nella quotidianità di una coppia anziana che vive la disabilità, realtà assai complessa, mi viene in mente che dietro la condizione di sforzo disumano del povero anziano signore c’è molto di più. Io come altri, che viviamo ogni giorno la disabilità sappiamo bene quali sono le difficoltà di una mobilità ridotta in una spiaggia, per esempio, non accessibile. Purtroppo però questa storia non tocca minimamente l’argomento e se una persona non ha i mezzi culturali o non conosce la realtà del mondo della disabilità, non ci pensa nemmeno.
Mi succede ancora di vedere gente che si stupisce quando racconto che sono sposata e conduco una vita “normale” muovendomi in carrozzina. Questo accade a tante mie amiche e amici nella mia stessa situazione ed è un grosso limite culturale. La persona disabile per molti è ancora considerata un peso che necessita assistenza e sopravvive annaspando in un mondo ancora poco accessibile, chi lo assiste risulta una persona generosa e caritatevole, degna di ogni sorta di ammirazione.
Molte delle battaglie fatte da cittadini o associazioni per una maggiore inclusione e per un maggiore rispetto dei ruoli un domani saranno un bene per tutti. Spero che non passi troppo tempo, perché in futuro mi piacerebbe raccontare di un mondo migliore, dove ai miei 70 anni andrò liberamente in spiaggia con mio marito Francesco, senza che lui diventi l’eroe del giorno, senza che il nostro amore finisca sotto i riflettori come una storia “marziana”.
Ma nell’articolo in questione non mi pare che ci sia pietismo, c’è un accenno,forse troppo breve, alla cronica disattenzione del nostro Paese verso i più deboli (pur non essendo questo il tema dell’articolo ). L’obiettivo di chi ha scritto l’articolo è semplicemente quello di raccontarci di qualcosa che oggi mi pare sia alquanto “anacronistico”considerate tutte le vicende quotidiane di cronaca familiare ossia il legame d’Amore tra due persone che si vogliono bene…sul serio ! E’ tutto qui! E’ altresì innegabile che oggi parlando d’amore si possa correre il rischio di essere fraintesi!
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In realtà nel post originale sulla pagina facebook dell’autore, non solo non vi è accenno alla difficoltà di mobilità dovuta alla inaccessibilita’ della spiaggia, ma si ha la presunzione di giudicare ed invadere la privacy di una coppia di anziani solo perché uno dei due ha una mobilità ridotta. Non è troppo poco o ci fa comodo vedere quello che vogliamo? Magari così Il mondo sembra meno malvagio di come ogni giorno ci raccontano. È vero c’è bisogno di amore, ma non a discapito della dignità di quanti lottano per l’inclusione sociale o verso chi già ogni giorno ha a che fare con l’ipocrisia delle persone che continuamente distinguono le persone normodotate da quelle disabili.
Fortunatamente non tutte le persone sono così e molti sanno comunque guardare oltre.
Mi scusi la schiettezza. Saluti
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