Politica e vita sociale

Genova, il ponte verso una nuova Italia.

La tragedia di Genova mi ha scosso profondamente tanto da tornare a scrivere qui sul blog. Su quel ponte alla stessa ora qualche giorno dopo ci saremo dovuti passare anche noi, io mio marito e mia figlia. La sera prima del crollo ci è passata mia madre e chissà quanti amici negli stessi giorni o addirittura nelle stesse ore.

Non abito più a Genova da diversi anni, io e la mia città abbiamo da sempre avuto un rapporto di odio e amore, la trovo una città splendida che mi ha regalato momenti indimenticabili, passaggi mozzafiato, ma anche tante delusioni soprattutto nella poca accessibilità di molti edifici.

Eppure il mio cuore spesso torna lì, nella mia città natale, dove ho passato un sacco di vita. Con Genova ho sofferto più volte, l’ho vista ferita e poi l’ho vista rialzarsi. Sempre.

Ho vissuto alluvioni (almeno un paio da quando sono piccola) e poi i giorni del G8 e il clima di guerriglia. Allucinante.

Ho visto gente ogni volta parlare senza capire ne conoscere la realtà genovese. Ho sentito persone dare giudizi frettolosi senza davvero capire cosa sono state tutte queste tragedie.

Lo sto vedendo di nuovo, con i morti ancora tra le macerie, c’è che crede di poter sentenziare e addirittura trovare con post sui social i veri e unici colpevoli. E poi i politici che cercano consensi, certo, è più facile parlare alla pancia delle persone a ferita aperta. Fanno passerelle sul sangue dei morti ma alla fine tornano a casa sperando di avere qualche seguace in più. Lo schifo.

Noi genovesi vogliamo giustizia ma non sono così sicura che qualcosa facilmente cambierà. Le vite spezzate non devono rimanere un lontano ricordo quando i riflettori si saranno spenti, ogni infrastruttura in Italia deve essere costantemente monitorata, curata e soprattutto non ci devono essere speculazioni. Non voglio mettermi anche io a scrivere cosa si poteva fare per evitare, voglio solo che Genova non rimanga con l’ennesima ferita aperta. Voglio che tutto questo non succeda più.

Genova è una città con un territorio difficile, è ammassata, piena di ponti e viadotti sulle case. È stata disordinatamente costruita sul letto dei fiumi che a volte vedi certe case che ti chiedi come cazzo ci possano vivere. La gente di Genova è gente che è abituata a lavorare, anche se ora c’è molta crisi, un tempo portuali, magari in qualche azienda siderurgica o in fabbriche d’eccellenza. Siamo musoni ma non ci tiriamo indietro se c’è da essere solidali. Siamo anche artisti e pescatori, partigiani, grandi poeti, rivoluzionari… fieri di essere genovesi e non ci si arrende mai. Non lo faremo di nuovo.

Genova non sarà più la stessa.

Genova una cosa però deve farla: trovare la forza di rinascere dalle ceneri, ma soprattutto deve essere la culla per una nuova Italia, non più opportunista, non menefreghista, un Paese che dalla tragedia decide di sconfiggere il clientelismo e tornare ai valori del bene comune.Se qualcosa si muoverà tutta questa sofferenza non sarà invana, altrimenti aspettiamo la prossima tragedia.

Io una speranza voglio averla perché la mia città non merita tutto questo dolore, non lo meriterebbe nessuno.

Genova tieni duro e torna presto a illuminare, fiera, con la tua lanterna sul mare.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...