Qualche giorno fa ho scritto un post su Facebook che ha innescato una serie di commenti facendomi fare diverse riflessioni su un tema a me caro: i pregiudizi.
Vivendo su una carrozzina elettrica ho quotidianamente a che fare con situazioni di discriminazione o di persone che pur non sapendo nulla di me traggono conclusioni sulla mia vita privata. Le persone si chiedono cosa mi sia successo, se Francesco, il quale la maggior parte delle volte è con me quando siamo in giro, sia mio fratello, il marito, un parente a caso o solo un normale badante di sesso opposto. Una volta ricordo che un signore all’aeroporto incaricato di darmi assistenza per salire sull’aereo diede per scontato che Francesco fosse mio fratello e mi disse: “allora, ora tuo fratello passa dal gate e poi arriviamo noi con te dall’altra parte dove non c’è il metaldetector…” “No guardi, lui è il mio fidanzato” fu la mia risposta scocciata.
L’altro giorno eravamo all’Ikea di Carugate, arrivati alla cassa la scena è stata questa: cassiera dell’Ikea chiede a Franci di farmi passare con la carrozzina davanti a lui e baby Leila, “scusi signore, facciamo passare davanti la signora in carrozzina…”
E lui ” grazie ma siamo insieme..”
Io ” grazie, ma sono la mamma!!”
Lei..”ah mi scusi, venga venga…”
E io tra me e me “..eh signora… non ci crederà ma anche i disabili copulano!” No. Non glielo detto in faccia, ma l’ho pensato.
Fondamentalmente la signora, pur essendo molto gentile, ha automaticamente pensato che io NON fossi la mamma di Leila e questo perché tantissime persone sono ignoranti, nel senso che ignorano proprio! E non dico che lo facciano in cattiva fede. Io ci vivo seduta e vedo quotidianamente lo stupore negli occhi della gente, ho visto anche mamme guardarmi come a chiedersi se ero io la madre della piccola. Per fortuna ci sono anche tante persone che invece ci arrivano che ci sono situazioni come la nostra. Ci sono poi quelle che si stupiscono quando vedono che lavoro, che sono sposata o non conoscendo Francesco chiedono: “… ma anche tuo marito è disabile o no??? … ”
Io credo che soprattutto sia un problema generazionale, ma non è sempre così. Conta anche l’ambiente dove sei cresciuto, la versatilità, il grado di istruzione, l’empatia…
Giustificare l’ignoranza è sbagliato perché se non si denunciano certe situazioni non ci sarà mai un cambiamento. Da quando sono diventata mamma mi è capitato che mi chiedessero se Leila fosse mia figlia, io ho sempre risposto gentilmente, ma non è sempre piacevole essere messa in dubbio nel proprio ruolo di mamma. Certamente c’è di peggio e bisognerebbe fregarsene ma pensare di compatire queste persone non lo faccio più. Se le persone non si abituano alle diversità vivremo sempre in un mondo di merda….
La vera rivoluzione culturale è vivere, girare, fare le cose come tutti i “bipedi” (ndr termine simpatico per definire i normodotati). Tutto questo nonostante le difficoltà che la società presenta. Solo così sì può dimostrare che il mondo non è come nel Grande Fratello, in Uomini e Donne o nelle trasmissioni della Durso!
Noi persone con disabilità siamo una minoranza, si fa fatica ad organizzare un viaggio se non abbiamo chi ci accompagna, i mezzi e i marciapiedi sono difficilmente accessibili e percorribili, e quando lo sono, spesso nascono nuove difficoltà che scoraggiano le persone. Tuttavia rispetto ad anni fa ci sono molte più persone disabili che riescono, anche con salti mortali, a condurre una vita “abbastanza” alla pari. Qualcosa si è smosso ma sì è ancora molto indietro. Detto questo, io credo che le persone devono prima di fare certi ragionamenti dettati dalla propria percezione della realtà, arrivare a considerare tutte le situazioni possibili soprattutto se lavori nel pubblico. È come se io ogni persona di colore che incontro, pensassi che sia una persona “bisognosa” perché arriva dalla guerra e dalla fame, quando tra gente di colore ci sono persone emigrate o nate in Italia che fanno un lavoro come il nostro (anche loro una minoranza). Oppure è la stessa cosa di quando si trova una donna in un ambulatorio medico e si crede che non sia il medico di riferimento perché di solito i medici sono uomini. Succede. I pregiudizi sono all’ordine del giorno, basterebbe poco per riflettere “questa situazione non l’ho mai vista, potrebbe fare parte della normalità?” . Ci vuole niente a discriminare qualcuno, magari senza accorgersene, e a volte si ferisce, succede a tutti, succede anche a me.