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Il rapporto uno ad uno in quell’area dedicata alle persone disabili (siamo nel 2019 ma ancora facciamo certe distinzioni!)

Se c’è una cosa che mi urta è il pietismo, poi mi infastidisce soprattutto quando le persone credono che se sei disabile hai bisogno di protezione come se non ci fosse la possibilità di autodeterminarti.
Vi racconto cosa mi è successo.
A maggio ho deciso di prendere i biglietti per assistere al concerto dei Maneskin al Carroponte, con me una mia amica e la sua bimba di otto anni. Fino a qualche tempo fa bisognava comprare un biglietto per se stessi (persona disabile), mandare fotocopia della carta di identità e certificato di invalidità per poi avere l’accredito per l’accompagatore. Non so come mai le cose in poco tempo siano cambiate, almeno per Vivo Concerti. Dopo aver comprato due biglietti interi (per me e bimba) mi sono accorta dal regolamento sul sito di Vivo che prima bisogna mandare la richiesta, aspettare una risposta e poi la sera del concerto ritirare l’accredito e comprare il biglietto per se stessi a prezzo ridotto. A quel punto ho mandato la mail con tutti i documenti chiedendo però di non tenermi il biglietto perché ce l’avevo già, aggiungendo che avrei ritarato l’accredito per l’accompagnatore (mia amica) e che con noi sarebbe entrata una bambina di otto anni (con regolare biglietto).
Per tre mesi e oltre nessuno mi ha risposto nonostante sollecito, hai voglia aspettare una conferma! Ho provato a chiamare più volte, nessuna risposta, oggi finalmente ho trovato telefonicamente un ragazzo (non ha voluto darmi il nome) che si ricordava di avere letto la mia mail (rispondere pareva brutto). Ebbene questo simpatico individuo ha iniziato a farmi la paternale prima sul fatto che avessi già i biglietti e poi perchè la persona disabile deve avere un accompagnatore e il bambino un’altra persona adulta che si occupi di lui. Non capisco, sono forse una persona non in grado di badare a me stessa? Evidentemente per Vivo Concerti sono una persona inabile anche mentalmente; la cosa ancora più grave è il fatto di non poter stare nell’area dedicata alle carrozzine con la mia amica e la bambina perché il rapporto per chi entra deve essere uno ad uno, non importa se la bambina è minorenne. Secondo questo ragionamento io, mia figlia Leila, mio marito Francesco, un domani che vorremmo vedere un concerto insieme non potremo farlo perché loro dovrebbero stare fuori dall’area e io dentro.
La spiegazione: questione di sicurezza. Quando ti dicono così cosa vuoi controbattere?! Se c’è in ballo la sicurezza ogni altro argomento non ha più rilevanza, puoi provare a spiegare, come ho fatto,  che è discriminante, che vanno contro qualsiasi valore morale, che non è corretto, che vuoi vedere il concerto con tua figlia o un’amica ecc , ma nessuno ti ascolterà ne capirà perché a nessuno intesserà trovare una soluzione se c’è di mezzo la sicurezza.
Poi poco importa se le persone si alzano in piedi ai concerti nei teatri dove c’è il posto a sedere e tu non vedi più nulla (vedi articolo di Sofia Righetti all’arena di Verona), se l’area disabili è lontana e vedi a malapena il palco; poco importa se vendono il doppio dei biglietti della capienza effettiva delle location (vedi Corinaldo) e muoiono persone, l’importante è che le persone disabili siano sistemate nel loro recinto, zitte, che non si permettano di rompere le palle!!

PS. sono andata a rileggere il regolamento di Vivo Concerti e non c’è scritto da nessuna parte che il rapporto per entrare nell’area dedicata deve essere uno a uno. Quindi, di cosa stiamo parlando?!!!

(Edit post concerto: la pedana era sistemata piuttosto in fondo, avrei voluto vedere bene quel figo di Damiano e i Maneskin ma eravamo troppo distanti, tuttavia nessuno sul posto ha fatto storie che eravamo in tre sulla pedana e anzi durante il concerto sono saliti bambini e non disabili proprio sulla stessa pedana, ma allora perché mi hanno dovuto rompere le scatole al telefono??!! La morale è proprio quella che se sei disabile e sulla tua strada incontri una persona ottusa passerai una brutta mezz’ora e ti farai sangue marcio magari per niente. In tutto ciò Maneskin, bomba!)

2 pensieri riguardo “Il rapporto uno ad uno in quell’area dedicata alle persone disabili (siamo nel 2019 ma ancora facciamo certe distinzioni!)

  1. Ciao! Conosco, purtroppo, molto bene la situazione. I problemi per un disabile che vuole andare e godersi un concerto sono moltissimi ed ecco perché, nonostante il mio tipo di malattia ho dato vita ad una pagina Facebook che si chiama SOTTOILPALCOANCHEIO! Cercaci, contattaci perché l’unione fa la forza e cambieremo tutto questo!!!

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