Ivan Silvestrini, giovane regista italiano, nel 2016 fecce uscire 2night, un film sulla complessità dei rapporti umani soprattutto al primo incontro.
Sono passati sei anni, il tempo è uno dei motivi per cui giustifico un dialogo assurdo che ho trovato nel film.
La storia tratta di un incontro in un locale tra una giovane donna eccentrica e un giovane uomo pacato, due trentenni, entrambi desiderosi di sesso occasionale (per dirla alla @tananaimusica ) ma per una serie di circostanze finiscono a parlare in macchina tutta la notte.
Ad un certo punto la ragazza indica un parcheggio dove fermarsi “è per Handicappati” dice lui, e lei: “si ma c’è un pezzettino di striscia blu, dai ci facciamo piccoli piccoli, non è che ti danno la multa se rubi un po’ di spazio agli handicappati ” e aggiunge ” ci hai mai fatto caso che gli handicappati non sono mai a casa ? (*ride) Secondo te esistono posti nascosti dove fanno feste private sesso droga e rock and roll?!” Allora lui visibilmente in imbarazzo, forse tra i due quello più politically correct , risponde: “magari non sono proprio handicappati , handicappati , solo un pochino, tipo non sentono gli odori (*ride)…va beh ma non bisognerebbe ridere di queste cose ” Conclude lei la questione con :”ahhh non si faa maddai per una volta che fai una battuta decente ” E il film va avanti…
Allora, io che sono Handicappata a dirla come loro, cosa che immagino sia la normalità in un dialogo tra persone che non vivono un disagio fisico o psichico, la prima cosa che ho pensato è che i protagonisti non rappresentavano la mia categoria, NOI SIAMO HANDICAPPATI, al massimo facciamo festini tra di noi, figurati la possibilità di rimorchiare in un locale! Mi piacerebbe chiedere al regista se si è accorto che non è proprio così e che guarda un po’, può succedere anche a noi di beccare, e magari non solo sfigati, di sicuro è molto più difficile ma può succedere anche di fare il colpaccio. Si, i festini sesso droga e rock and roll li facciamo, ma non siamo marziani, di solito ci sono anche i “normodotati” questo perché se devi fare pipì dopo tre birre o pippare ti serve una mano abile. Ah i disabili che tirano su di coca esistono, per la cronaca (non io).
Nota positiva del dialogo, è che il protagonista, non ha occupato il parcheggio per paura del carroattrezzi e si è giocato una notte di sesso per il suo senso civico; questo non è da tutti, un handicappato stronzo, al suo posto non l’avrebbe fatto
Descrizione immagine: i due protagonisti in macchina, una bella ragazza interpretata da Matilde Gioli e alla guida l’attore Matteo Martari.

Edit/
Mi ha risposto il regista, avendolo taggato su Instagram. Mi ha scritto “hai assolutamente ragione, non ero felice di quella battuta, che era anche peggio, l’ho riadattata come l’hai sentita perché comunque il film cercava un tono realistico e la gente dice stronzate simili” . Con la sua risposta ho capito meglio il senso del film, la superficialità delle persone, solo che ci si dimentica sempre che non siamo un’entità a parte, se capisci il film allora ha senso la battuta, se lo spettatore simpatizza con i protagonisti c’è il rischio di emulazione ed è quello che mi preoccupava.
homas borroni
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Thomas Borroni
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